Stefano Caradonna, da Luglio 2016 laureato in Economia e Commercio presso l’università degli studi di Bari “Aldo Moro”, in questo momento frequenta il corso di Management in lingua inglese alla “Bocconi” di MIlano. Stefano ha trascorso un soggiorno studio a Manchester. Lo abbiamo contattato per una breve intervista sulla sua memorabile esperienza e per consigli agli studenti che stanno pensando di fare un soggiorno studio all’estero.

Come mai hai scelto questa destinazione e corso?
Ho scelto Manchester come destinazione in primis perché è una città che non avevo mai visitato prima. Arricchire il mio bagaglio culturale scoprendo posti nuovi mi ha sempre affascinato. In più Manchester si trova nel nord dell’ Inghilterra, molto vicina ad altri luoghi di interesse come Liverpool, Blackpool o il Galles. Durante il mio soggiorno ho cercato di visitare quanti più posti vicini possibile proprio per cogliere tutte le opportunità che la città e la scuola avevano da offrirmi.
Per quanto riguarda i corsi, ho frequentato per quattro settimane il corso di General English per avere un infarinatura generale di grammatica e di use of English, e poi un corso specifico per l’IELTS per sostenere al termine del soggiorno l’esame stesso, cosa che ha accresciuto il valore del mio CV.

Che tipo di alloggio Hai scelto? Ti è piaciuto?
Ho scelto di soggiornare in un college universitario che si trovava a pochi minuti a piedi dalla scuola. Ho conosciuto moltissime persone che provenivano da ogni parte del mondo con cui ho subito legato. Ho imparato molto da questo; convivere con persone che non provengono dal tuo stesso contesto sociale non è facile, serve un forte spirito di adattamento e di apertura mentale. Imparare ad accettare le diversità e aprirsi alle culture straniere può solo migliorarti e completarti. Nonostante dal punto di vista linguistico il vivere in una Host Family potrebbe sembrare migliore, consiglierei la soluzione da me prescelta. Si creano dei legami affettivi che durano per sempre e le persone che si incontrano rimangono nel cuore anche dopo averle salutate.

Che cosa ti manca di più dell’ Inghilterra?
Ciò che più mi manca è l’animo festoso della popolazione inglese, che sa sempre come divertirsi e coinvolgerti. Mi manca anche la colazione, abbondante e ipercalorica; Un sogno per noi italiani che la mattina andiamo sempre di fretta e troviamo giusto il tempo per bere un caffè al volo prima di uscire per i nostri impegni quotidiani.

breakfast small

Hai dei consigli per i futuri studenti?
Il mio consiglio più grande è quello di non tergiversare mai quando si ha l’intenzione di voler partire. Quando si è giovani ogni occasione va colta al volo. Tutti dovrebbero trovare del tempo per viaggiare perché la personalità si forma soprattutto a seguito delle esperienze di vita di ciò che si è provato sulla propria pelle e guardato con i propri occhi.
Una volta arrivati a destinazione i consigli sarebbero tanti, io mi limito a due di questi che reputo importanti:
• Impegnarsi davvero a conoscere quanta più gente possibile, essere estroversi e non fermarsi mai davanti a nulla. Ciò che rimane sono ricordi di persone e luoghi fantastici.
• Cercare di utilizzare il meno possibile la propria lingua. Non esiste metodo più efficace per imparare una lingua straniera che studiarla nel contesto in cui è nata, immergendosi totalmente nella sua quotidianità e cogliendo quanto più possibile da ciò che ti circonda.

C’è qualche storia che vorresti condividere?
Un ragazzo di origini arabe che viveva nell’appartamento vicino al mio stava cucinando la cena per i suoi amici. Quando entrai nella loro cucina per salutarli mi invitarono a cenare con loro. Accettai al volo dato che non avevo voglia di cucinare e soprattutto perché desideravo tanto assaggiare un piato arabo, cosa che ovviamente non capita tutti i giorni.
Ricordo ancora il profumo di quella montagna di riso condito con carne e spezie. Quando fu tutto pronto ci sedemmo a tavola, e dopo aver augurato buon appetito incominciammo a mangiare.
Tutto sembra normale, vero?
Ciò che rende questa esperienza meritevole di essere raccontata è che per tutta la cena non abbiamo usato utensili per mangiare. Abbiamo usato le nostre mani. Nella cultura araba mettere il cibo al centro del tavolo e mangiare tutti dallo steso piatto è simbolo dell’amicizia che intercorre tra i commensali e della condivisione di qualcosa in segno di benevolenza.Mi sono divertito un sacco e ho passato una bellissima serata. Non esiste cosa più bella che integrarsi con gli stranieri e la loro cultura.

escursione small

C’è qualcosa che avresti fatto diversamente durante l’esperienza all’estero?
La scuola che ho scelto mi ha preparato alla perfezione all’ esame dell’ IELTS , il contesto in cui ho vissuto mi ha aiutato a migliorare ancora di più le mie abilità linguistiche e il college ha reso alla fine dei conti l’esperienza indimenticabile. In poche parole, il mio soggiorno è stato perfetto, tornando indietro non cambierei nulla.

Se potessi fare un soggiorno linguistico altrove, dove lo faresti e perché?
Il mio prossimo soggiorno linguistico sarà in America o in Australia. A 21 anni si è prossimi ad entrare nel mercato del lavoro e la lingua inglese è una risorsa da coltivare di valore inestimabile per essere più competitivi e decidere in autonomia dove stabilirsi nel mondo. Non nascondo che comunque mi piacerebbe ritornare in Inghilterra; nonostante ci sia stato diverse volte, rimane una nazione ancora totalmente da scoprire e da amare.

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