Manuela Conti e` laureata in legge e svolge tutt’oggi la professione di avvocato a Roma. L’anno scorso ha scelto di trascorrere un Gap Year a Manchester. L’abbiamo contattata per una breve intervista sulla sua memorabile esperienza e per consigli agli studenti che stanno pensando di fare un soggiorno studio all’estero.
Come mai o perché hai scelto questa destinazione e corso?
Ho scelto di studiare a Manchester perché volevo provare una realtà meno caotica (e più low cost) rispetto a Londra. Avevo inoltre l’idea che il Nord dell’Inghilterra fosse ancora più “tipicamente inglese”, sia per i paesaggi che per la cultura e mentalità. Manchester, inoltre, è famosissima per la sua scena musicale: ci sono locali con musica dal vivo, oltre a un sacco di concerti e serate open mic.
Inizialmente ho frequentato un corso di General English perché volevo avere un’infarinatura su ascolto, lettura, conversazione, scrittura e grammatica.
Dopo le prime settimane ho frequentato un corso di preparazione all’esame IELTS, per poi poterlo sostenere e aggiungere al mio CV. L’ho trovato molto utile perché l’esame è abbastanza tosto e i professori a scuola insegnano il metodo migliore per affrontarlo, oltre a tenere delle vere e proprie simulazioni che ne rispettano fedelmente anche la tempistica.
Che tipo di alloggio hai scelto? Ti è piaciuto?
Durante la mia permanenza ho alloggiato presso una host family e mi sono trovata benissimo: clima accogliente e allo stesso tempo vivace, in quanto in casa venivano ospitati anche altri studenti. Un vantaggio da non sottovalutare è che abitare presso una famiglia inglese ti consente di praticare ulteriormente la lingua e fare ulteriori amicizie.
Che cosa ti manca di più dell’Inghilterra?
Forse farei prima a dire che cosa non mi manca! Mi manca l’atmosfera che lì si respira, molto più aperta e open minded rispetto a quella italiana. Mi manca essere immersa in un contesto nuovo e stimolante e osservare tutto ciò che mi circonda. Mi mancano gli inglesi, i loro modi sempre educati e cordiali e la loro non curanza verso le apparenze.
Se potessi tornare e rifare un’esperienza che cosa sarebbe?
Se potessi tornare (cosa che non escludo) frequenterei ancora una scuola per qualche settimana, per riprendere confidenza con la lingua e migliorarla ulteriormente. Cercherei di abbinare lo studio a un’esperienza lavorativa o anche solo al volontariato. Sarebbe sicuramente interessante passare qualche ora a settimana in un charity shop, tipico negozietto con oggetti di ogni genere che devolve il ricavato delle vendite ad associazioni impegnate nel sociale. Infine, cercherei di viaggiare il più possibile, sfruttando il fine settimana o i Bank Holiday che cadono sempre di lunedì. A questo proposito, la scuola stessa aiuta gli studenti organizzando brevi viaggi per il weekend.
Ci sono 2 oggetti che non hai messo in valigia ma che avresti voluto avere con te?
A parte aver dimenticato il phon e averlo sempre chiesto in prestito alla mia coinquilina, quello che più mi ha impressionato è stato realizzare che, quando sei entusiasta di quello che stai facendo, ti occorre veramente poco per vivere. In Italia ho l’armadio che esplode di capi quasi inutilizzati e cambio borsa ogni settimana, in UK abbigliamento e altre frivolezze non erano di certo il primo dei miei pensieri.
Hai dei consigli per i futuri studenti?
Non essere timidi, cercare di socializzare il più possibile!! Conoscere nuove persone, provenienti da un ambiente magari totalmente diverso dal nostro, arricchisce tantissimo e amplia i propri orizzonti.
C’è qualche storia che vorresti condividere?
La storia di chi, partito solo per qualche settimana o mese di studio, ha poi trovato lavoro e si è trasferito lì definitivamente. Ci sono persone che ho conosciuto e che si sono talmente innamorate della città in cui vivevano che hanno deciso di provare a stabilircisi per un lungo periodo. Credo non sia facile ma la forza che ti trasmette stare in un posto che ti piace e ti stimola può sconfiggere la nostalgia e qualsiasi titubanza.
Che consiglio o dritta daresti a chi vuole studiare all’estero?
Consiglierei di farlo e basta! Magari di non fossilizzarsi sulle proprie abitudini e di essere più malleabili: mi è capitato di sentire lamentele sul cibo o sul tempo ma sono solo il frutto di stereotipi e poca capacità di adattamento. Quando si viaggia è riduttivo pretendere di ritrovare la nostra quotidianità ma è molto più stimolante scoprire cose nuove.
C’è qualcosa che avresti fatto diversamente durante l’esperienza all’estero?
Al momento non mi viene in mente nulla! Ho cercato di vivere quest’esperienza fino in fondo, sfruttando ogni occasione utile per condividere qualcosa con i miei compagni di scuola e con tutte le altre persone che ho conosciuto. Se potessi tornare indietro, forse cercherei di mangiare meno cheese cake, sono tornata a casa un po’ appesantita!
Se potessi fare un soggiorno linguistico altrove, dove lo faresti e perché?
Se potessi scegliere un’altra destinazione andrei a Edimburgo: purtroppo non ho ancora avuto l’occasione di visitarla ma mi affascina tantissimo.
Credo sia una città piccolina e accogliente, con un sacco di posti che sicuramente meritano di essere visti.
Infine, guardando qualche documentario in lingua originale, ho avuto conferma che l’accento scozzese, per quanto più “chiuso” rispetto a quello inglese, è veramente simpatico e caratteristico e mi piacerebbe sperimentarlo in prima persona.